Versamenti Raccolti
Non sapere cosa dire
al mattino presto
riemerso da un bicchiere
due occhi talmente distanti
da essere stelle di riflesso
o gomme parcheggiate
in un vecchio cortile
di foglie secche dimenticate
dai passaggi di tempo
irripetibile ciclo solitario
trascina lento il manto
delle strade
celle silenziose
da non distinguere
vivi e indifferenti
Frenesia di perdere
mani troppo strette
ogni felino teme
foreste annerite
di fuochi festosi
e sversamenti rossi
ritirata schiumante
Non sapere non dire
alba simmetrica
dove muore il binario
movimento assente
vicoli labbra screpolate
battute dalla risacca
umiliate di parole vane
sollevate lenzuola marciapiedi
levati da visioni tattili
agnosia bendata stretta
aumento distanza dal suolo
vertigine sconcerto
una scatola di pressione
un ricordo lasciato
a perire in un canto
–
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
“…da non distinguere vivi e indifferenti.”
I morti li ingloba ‘indifferenza. Mi ricorda Gramsci.
Dal momento che Gramsci fa parte delle mie lacune, il tuo apprezzamento è doppiamente gradito.
Grazie.