Pelle Migrante

L’accampamento fioriva sul ventre
D’una bestia adagiata in attesa
Vinto da marionette morali
E canicola di frazioni d’annate
Mansueti, abbarbicati alla fonte del rosso forte
Deliranti di colori del tutto nuovi
Piacere a coglierci normalmente impreparati
Non ci sono strade a crepare il verde
A turbare il sonno dei rettili
Lungo i solchi di capitali venture
Gemiti sul copione degli amanti
Un ghigno sulla vetrata celeste
Riflesso su mosaici di pietrisco
Ruminato pazientemente dalle alture
Si leva indolente insetto sconosciuto
Eredità d’uno spazio non condivisibile
Fame assedia i nuclei con occhi di lupo
E con incuranza trascini altrove
Le tue rinunciabili attenzioni…
Trattengo il fiato sino alla chiusa e poi è un colpo forte allo stomaco, bella!
L’attesa non si consuma: cresce.
Ti ringrazio –