Storia del Figlio
(Ultime ore.)
Le vie del centro
sono sempre uguali
andare lontano
è uno stato d’animo
sfiorare persone
è una fionda
un odore familiare
in quell’angolo
che non so fermare
d’erba mattoni rampicanti
il chiostro ove siedo
sedicenne
panchine e locali deserti
mi porgi un cielo
senza concezione temporale
sudo eccitato
inconsolabile di materia
cercando un aggancio
con tutto quel che ho perso
torno in me
mi rifugio nella gastrite
nel sonno inutile
nel bianco e nel turpiloquio
al piano superiore
della libreria
osservo la piazza
come se non fossi
la camionetta dei vigili
due ragazzi camminano
spavaldi e ridono
una signora
dalle gambe sformate
arranca da una vetrina
all’altra e mi pare
di cogliere una commedia
dell’anima –
una commedia dell’anima
una commedia nell’anima.
Mi piace!
M.
Ti ringrazio.