2013, cometa, conchiglia, diario, lezzo, marco gasperini, marcogas, tedio
Cometa 13
La scrittura nel deserto, è parola assetata d’inchiostro, corpo molle assediato da soffocamento.
Scale corrose dal tempo, in penombra, muffa su pareti di stanze umide, coperte bagnate e contaminazioni silenziose a razziare territori in gloria di vittorie fugaci.
Quante sconfitte giacciono quiete, distanti da rabbia e frustrazioni, col tratto impreciso d’indifferente trasporto, botola dimenticata alla base dello sterno, luci e segnali, gocce nere.
Onde retrocedono per una brezza insistente dall’interno, lasciando conchiglie e altri ninnoli difficili da cogliere, per distrazione, per un raggio inconsueto, e odori da sempre conosciuti, da mai, dall’alba acerba a quando “cosa sta accadendo”.
L’uomo si leva dal centro della carreggiata, mette croce su esibizioni, su additivi chimici a valorizzare stupefacente apparizione, eclissi avanza con novità di nuovi passanti, fino alle logge, case di compagni sulla schiena dei colli, macchine accaldate, locali di fumo e lezzo, per provare a morire con una vena avvolta al dito, per indicare qualsiasi cazzata e in fine, tacere.
Ritmo caotico, lampo e traduzione colorata, esce dal prefabbricato e volge il capo a campagna tramortita di cristallo, germe, gestazione, sdoppiamento, virus, batterio, ultimo stadio d’una stella.
L’invisibile è sano, di robusta costituzione, di risposte che non contemplano vanità di domanda.
Pensavo a momenti sorpresi, piacere e no, interesse oggettivo, assorbente traffico, masse in carne ed ossa, stagnanti in supermercati-lager: i cinesi sorvegliavano e sterminavano etnie, ma non c’è sgomento se la vittima ha vegliato lunghe notti per imparare il copione.
L’uomo si nasconde dietro a cirri, fuma e pulisce tavoli di cenere, indossa scarpe del 96 e scende in cortile, a controllare quel che possiede, foglie secche e spazzatura selezionata dalla giunta.
Riflesso limpido, terra assetata, segna confini, acquerelli da riempire rette, figure regolari, sicurezze per bloccare rivoltelle di sogni, lama da costole socchiuse –
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