A pranzo con l’ospite inquietante
Dilata fino a strappare storia di storie
Trasfigurato di sé degustando ottimo vino
Godetevi lo spettacolo del filosofo
Sopravvissuto alla cicuta
Commedia da raggelare animi impenitenti
Esibizionisti dell’ultima ora
Economisti e speculatori
Restate in ascolto
Consentire positivismo a gesta adiacenti
A presenza nel mondo
Coincide a incapacità di dare un nome
Al nulla
Il pensiero intellettivo non esiste
I sensi sono requiem d’esaurimento
Bevi qualcosa, pagherò il conto
Ti racconterò di presenze impudiche
In lenta parata per le strade
Scandalo suscitato da malvagità
Direttamente proporzionale
A egoismo d’incorruttibile morale
Ascende rivelazione d’un bacio
Concesso alla scena portante
Non voglio vedere luce
Cera sciolta sulle orecchie
Filo conduce all’uscita
Del labirinto da labbra cucite –
Fantastico!
Liberamente Ispirato da “Umiliati e offesi” di F.D.- cap X – parte III
Grazie Angela –
Ciò che più m’inquieta è quella chiusa che non lascia scampo, a meno che non si risolva con uno strappo ma i brandelli sarebbero ovunque…
Sublime!
…lo strappo credo abbia avuto luogo due secoli fa, forse prima, truccato di virtus animosa e presunta saggezza degli antichi, questa epoca dell’oro ha fatto dell’esistenzialismo un mantello per celare i peggiori crimini e ingiustizie col sorriso più innocente.
Se da un certo punto di vista l’uomo, con tutti gli aspetti negativi che ne derivano, ha imparato a conoscersi meglio, d’altra parte ha scoperchiato un otre di venti che lo stanno percuotendo e stordendo senza che se ne veda la fine.
E’ difficile pensare che questo “innominato dalle orbite vuote” possa essere domato chiamandolo per nome, ma è semplice sapere che una soluzione indolore sia sempre a portata di mano, in quanto corrispondente alla bontà sostanziale della natura umana.
Nel brano sopra non traspare tutto ciò, anche perchè non volevo scostarmi troppo dalla crudeltà del tema trattato, ma soggettivamente spero.
Grazie per l’apprezzamento –